17 gennaio 2015

Costumes of peace










La scorsa estate ho avuto l'opportunità di assistere al Villacher Kirchtag 
e di vedere la sfilata dei costumi tipici nazionali, con partecipanti austriaci, italiani, sloveni.

In città c'erano migliaia di persone. La stragrande maggioranza di loro indossava un costume. 
Mi sono accorta che risulta strano vedere stravolte le regole del vestire per diversi giorni 
soprattutto perché non capita spesso nel mondo globalizzato di oggi.

Comunque è importante specificare che non tutti i costumi erano dello stesso tipo. Per austriaci e tedeschi il tracht è il costume tradizionale, che varia a seconda della regione ed è visto con rispetto, trattandosi di una preziosa eredità.
Poi esiste invece  un altro tipo di costumi che vengono chiamati dirndl, e sono
una derivazione degli anteriori. Cambiano col tempo seguendo le tendenze di ogni decade o periodo (cambiano i colori, le stoffe, la forma, le linee, le lunghezze, etc), vengono visti come una interpretazione leggera (e spesso e volentieri un po' troppo esuberante) del tracht.

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Last summer I had the opportunity to be present at the annual Villacher Kirchtag.
I enyoyed the national costumes parade, with participants from Austria, Italy, Slovenia.

As usual almost everyone was wearing a costume. Hundreds of people.
It's strange to notice how, during those days, universal rules of clothing are completely ignored.

It's important to say that not all costumes are the same. For austrian and german people the tractht is the traditional national costume. It varies according to the region, and it's seen with respect, as a cultural heritage.

On the other hand, the dirndl is a derivation of the tracht, and varies through the decades according to fashion and its' specific trends of colour, fabrics, shape, line, etc. They are seen as a loose interpretation of the tracht, (often a lavish one...) and are generally criticized.




















In queste foto  ho messo dei fantastici esempi di trachten

Non sono riuscita a trattenermi e ho chiesto maggiori informazioni a una giovane donna che indossava un bellissimo costume tradizionale (assieme a suo figlio e a suo marito). 
Sono rimasta colpita vedendo da vicino la gonna in plissè di lana (ormai è una rarità trovare chi esegua correttamente il plissè); mi ha spiegato che esiste ancora qualche fabbrica di tessuto in Austria che produce il plissè di lana come quello delle gonne tradizionali (il suo abito invece  era originale).

Mi ha detto che le donne accompagnavano i mariti duranti lunghi viaggi a cavallo, per motivi principalmente commerciali.
Ho scoperto che in questo caso la camicia è stata arricchita con pizzi francesi, che erano tanto piaciuti alle donne nei viaggi.
La gonna plissettata invece era d'usanza in ungheria, e l'idea del fazzoletto a fiori invece era stata osservata e "rubata" dalle donne italiane.

Non volevo trattenerla a lungo, quindi questo è tutto quello che mi ha detto. Ma mi è bastato per trovarlo commuovente.

Mi ha piacevolmente sorpresa scoprire che in realtà una cosa che pensiamo così autoctona, così pura, e in certi casi, quasi nazionalistica come un costume tipico, possa in realtà nascondere un'unione di culture, di tradizioni, di popoli. 

Proprio gli argomenti che mi stanno più a cuore... 

Così come mi ha fatto piacere costatare che anche la moda rifletta questo concetto. Perché proprio di moda si tratta... le nostre care signore hanno adottato il fazzoletto, i pizzi, il plissè, perché a loro piaceva, volevano proporla come una novità, una cosa originale da introdurre, un simbolo della loro condizione, della loro vita, della loro identità, modellata anche dai viaggi.


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In the images I'm posting I wanted to show some examples of austrian trachten

I couldn't stop myself from asking an adorable young woman wearing a tracht (as her husband and little son) more informations about the clothes.

She was wearing an original costume and it had an undefined number of under-skirts, while the main skirt was made of plissè wool. She told me there are still few industries that produce this fabric, so difficult to find nowadays.

This is how I came to understand something interesting: things we consider so authoctone, pure and nationalistic as a national costume 
can hide sometimes a history of communion and contact between different cultures and traditions. 

-The topics I adore the most-.

She told me that women used to follow their husbands in their long horse trips around Europe.
So I dicovered, for example, that the blouse was embellished with french laces, because these women loved them when they traveled to France.
The plissè skirt was precedently an ungarian tradition, 
and the addying of the flowered shawl was "stolen" from italian women... 
I found this touching.




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